Descrizione
L’architettura
L’edificio ha una facciata caratterizzata da un portale con arco a tutto sesto, incorniciato da un architrave decorato sopra il quale un timpano irregolare presenta un rosone cieco.
L’interno si presenta con aula unica rettangolare coperta da un soffitto le cui capriate lignee, sono state riportate alla luce durante gli ultimi lavori eseguiti. La zona riservata al clero, sopraelevata dal resto della navata, accoglie l’altare maggiore fatto di marmi policromi su cui si leggono la data (1880) e il nome del committente, tale parroco Bonaventura Messina.
Risalgono al 1883, con medesima committenza, un altro altare e il fonte battesimale, posti entrambi sul lato sinistro della navata.
Oggi la chiesa è stata concessa in uso alla Diocesi Ortodossa Romena.
Le origini
La piccola chiesa ha il lato lungo di sinistra edificato sulle mura di cinta della città.
Questo importante particolare dimostra che l’edificio religioso, pur mantenendo lo stesso titolo, non è quello cui, nel XVI secolo, il Vescovo Lopez, esercitando la distribuzione dei territori di ciascuna parrocchia, ampliò i confini.
La prima chiesa parrocchiale, infatti, esisteva fin dal secolo XVI e si era man mano ingrandita perché aveva inglobato i confini di altre due parrocchie limitrofe: “S. Nicola dei Greci” e “ S. Domenica”.
La prima si chiamava così, perché vi si celebrava il rito greco bizantino, la seconda parrocchia si trovava più o meno nell’area ora occupata dalla chiesa di S. Giuseppe.
Inoltre lo spazio che attualmente occupa, a ridosso delle fortificazioni, in nessun caso poteva essere occupato almeno fino agli inizi del XIX secolo, in quanto soggetto a servitù militare.
Ciò è pienamente avvalorato dalla pianta della città di Crotone disegnata nel 1778 da Michele Cristiani che per la dovizia di particolari mette in evidenza che la zona dove oggi sorge la chiesa del SS. Salvatore era sgombra.
Da quanto riportato si può desumere che la parrocchia era ubicata in un altro luogo e che l’attuale struttura è una costruzione non antecedente al XIX secolo.
Scrive, infatti, lo storico Pesavento che il terremoto del 1783 rese la chiesa quasi un rudere tanto che si preferì trasferire la cura delle anime presso la chiesa di S. Giuseppe. Fu poi il Vescovo Ludovico Ludovici (1792- 1797) che la riaprì al culto dopo averla fatta rinascere dalle fondamenta.
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